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l'Arma dei Carabinieri istituzionalizza la formazione degli anziani all'uso del digitale

APS (ETS) DIFESA CIVILE 4.0 è il Centro Studi e Ricerche per la promozione dell’Innovazione sociale nella Società 5.0.


Difesa Civile 4.0 si adopera per contribuire all'analisi critica socio-culturale dei processi e delle dinamiche non lineari che contraddistinguono l’attuale iper-complesso Sistema Sociale che si configura all’alba del terzo Millennio: un Sistema governato da nuove variabili cognitive, sociali, soggettive ed etiche. Variabili che investono ogni ambito della vita e della prassi dei Cittadini.


La Società 5.0 è il modello di Società che approccia i cambiamenti indotti dalla trasformazione digitale elaborando principi dettati da un management umanistico che tenga in considerazione i 17 obiettivi (SDGs) per lo Sviluppo Sostenibile definiti con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Oggi è unanimemente riconosciuto che le innovazioni digitali sono i potenti agenti di cambiamento e che la digitalizzazione sta cambiando le Società nel mondo in modo profondo e ad un ritmo palesemente accelerato. Mentre gli effetti positivi sono evidenti, la trasformazione digitale porta con sé anche i suoi svantaggi che conducono a rischi e conseguenze indesiderabili per i Cittadini. Immaginando una formula matematica - in cui “d/dT” identifica l’indice di cambiamento rispetto al Tempo, questi cambiamenti possono essere rappresentati idealmente con l’espressione :

d/dT (tecnologia) > d/dT (società ed imprese) > d/dT (educazione e formazione)


Dunque, l’indice di cambiamento della Tecnologia è più grande del tasso di cambiamento della Società e delle Imprese che a sua volta è più grande del cambiamento nell’Educazione e la Formazione.

I fondatori di Difesa Civile 4.0 giunsero a queste conclusioni nella definizione del progetto L.I.N.K.E.D., questo presentato alla valutazione della Commissione europea DGX, elaborato nell’ambito del programma di ricerca universitario Umanesimo & Tecnologia (U&T) del 1998.


La trasformazione digitale è in grado di accelerare il cammino verso il raggiungimento degli SDGs., ma anche di ostacolarlo se non si contrasta il gap culturale adottando adeguate politiche culturali e formative per l’incremento delle skills digitali.


Un futuro più inclusivo, equo e sostenibile in un mondo sempre più digitale è possibile solo attraverso lo scambio di conoscenze, l'ideazione e l'impegno di esperti, decisori politici, organizzazioni civiche ed imprenditori su scala globale. Questi, insieme, cercando di anticipare e mitigare eventuali rischi con un approccio proattivo, capaci di promuovere sperimentazioni ed azioni nei settori dell'innovazione pubblica e sociale, per l’incremento della fiducia e della sicurezza digitale, per l’inclusione e l’empowerment dei Cittadini finalizzata alla loro crescita equa per un migliore benessere collettivo.


Come evidenziato più sopra, il gruppo di ricerca Umanesimo & Tecnologia, di cui alcuni dei suoi componenti sono oggi i fondatori di Difesa Civile 4.0, iniziò ad occuparsi di questi temi antelitteram, promuovendo la diffusione di una Cultura Digitale governata dall’Umanesimo in una visione Tecnorealista nell’adozione delle nuove tecnologie, con largo anticipo rispetto all’attuale dibattito pubblico e politico.


Nel corso della ricerca applicata U&T, si generò infatti l’intuizione che prevedeva il significativo gap culturale che avrebbe afflitto la larga schiera di Cittadini che oggi vengono comunemente definiti Immigrati Digitali. Conseguentemente uno degli obiettivi del progetto U&T si finalizzò nel promuovere la sperimentazione di misure di contrasto al Digital Divide Culturale.


In collaborazione con Istituzioni di Governo locali (Comune di Napoli e Provincia di Napoli) e centri di

ricerca come l’Istituto Italiano per gli studi Filosofici, ma anche Università ed Imprese sul territorio, abbiamo iniziato a sperimentare politiche culturali tese alla capillare diffusione della cultura digitale in ogni strato sociale, da realizzare con un percorso didattico fatto di moduli di formazione caratterizzati da un rapporto docente-discente di tipo informale; rivolte in particolare alla fascia di popolazione al di sopra dei quarantacinque anni, ed in particolare, nella prima fase sperimentale, alla fascia over 60, finalizzata a verificare in maniera empirica la validità di approcci comunicativi e didattici di tipo informale per il cambiamento dell'atteggiamento degli anziani in Italia nei confronti delle I.C.T.: le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione.


La sperimentazione coinvolgeva la Provincia di Napoli, tra le prime - forse la prima italiana - Istituzioni di governo locale ad attuare politiche culturali per la capillare diffusione della Cultura digitale sul suo territorio. Il contributo progettuale del nostro gruppo di ricerca, che godeva dei Patrocini della Presidenza del Consiglio e del Ministero delle Comunicazioni, culminava, nel 2006, con la collaborazione alla organizzazione del primo corso universitario italiano di alta formazione per Mediatore della Cultura Digitale: un master post-laurea, afferente alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Suor Orsola Benincasa. Il master aveva lo scopo di preparare quelle nuove figure professionali di estrazione umanistica necessarie ad accompagnare i Cittadini italiani, Immigrati Digitali, ad affrontare con piena consapevolezza le sfide dettate da quegli emergenti cambiamenti dovuti a ciò che oggi nel pubblico dibattito prende il nome di Trasformazione digitale.


Le nostre prime attività sperimentali di contrasto al Digital Divide Culturale hanno sicuramente funzionato da apripista negli anni a seguire per altre iniziative di analogo scopo attivate a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Tuttavia, il divario culturale negli immigrati digitali è ancora molto forte; probabilmente la causa è da ricondurre ad una strategia nazionale tesa a contrastare, solo, il digital divide infrastrutturale, mancando una parallela organica strategia funzionale a contrastare il digital divide culturale, fenomeno che affligge ancora il 50% della popolazione italiana, come si evidenzia nei dati riportati in numerose ricerche.

Per questo motivo, dopo dieci anni, con l’intento di trasferire in una organizzazione del terzo settore espressamente vocata a trattare i temi attinenti la Trasformazione digitale con un metodo attivo sul piano Umanistico, cioè cognitivo ed antropologico e socio-culturale, abbiamo costituito un comitato promotore per la costituzione dell’Associazione di Promozione Sociale Difesa Civile 4.0. Il Comitato ha promosso propedeuticamente per circa 3 anni i temi alla base delle sue motivazioni sociali, rielaborando alcuni dei temi trattati in passato nella ricerca applicata Umanesimo & Tecnologia.


Uno di questi temi ereditati dai nostri trascorsi impegni sociali e promosse nell’ambito della nostra rete relazionale è stato appunto la Mediazione per la Cultura Digitale destinata alla fascia di popolazione anziana italiana.


Oggi siamo orgogliosi che questa impellente esigenza sia stata recepita proprio da quella secolare Istituzione di cui alcuni dei soci volontari, militari in servizio ed in quiescenza, fondatori della APS\Difesa Civile 4.0, fanno parte: l’Arma dei Carabinieri. L’Arma dei Carabinieri ha infatti recentemente siglato un Accordo di programma con la Fondazione Leonardo per la formazione degli Anziani all’uso del Digitale.

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