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Cinema & Nuovi media,
Diplomazia Culturale & Mediazione Culturale
per l'Innovazione & Inclusione sociale e l'Educazione Civica
#PROGETTOSIAMOTUTTICIURE' 
  • Possiamo tentare di contribuire efficacemente all'educazione in un mondo digitalizzato sempre più governato dalle immagini ..?

  • Possiamo contribuire a contrastare quelle forze che spingono ogni giorno i nostri ragazzi più rapidamente verso l'effimera omogeneizzazione globale?

  • Il cine-pensiero può essere uno strumento utile alla riflessione e per l'apprendimento informale?  

Una Istituzione non è una limitazione come la legge, ma al contrario un modello di azioni, una vera e propria impresa,

un sistema artificiale di mezzi positivi,

un’invenzione positiva di mezzi indiretti.

- Gilles Deleuze -

DIPLOMAZIA CULTURALE: una definizione

"La diplomazia culturale può essere meglio descritta come un corso di azioni, che si basa e utilizza lo scambio di idee, valori, tradizioni e altri aspetti delle culture o delle identità, sia per rafforzare le relazioni, migliorare la cooperazione socio-culturale, promuovere interessi nazionali e altro; la diplomazia culturale può essere praticata dal settore pubblico, dal settore privato o dalla società civile."

DIPLOMAZIA CULTURALE : in pratica

 La diplomazia culturale in pratica (o diplomazia culturale applicata) è l'applicazione e l'implementazione della teoria della diplomazia culturale, inclusi tutti i modelli che sono stati praticati nel corso della storia da attori individuali, comunitari, statali o istituzionali. 

Oggi, stanno emergendo nuovi modelli di diplomazia culturale basati sulla cultura come risorsa per la coesione sociale e il dialogo.Tradizionalmente incentrata sulla conquista di 'cuori e menti' per scopi strategici - o addirittura, a volte, strumentalizzata per scopi di divisione - la diplomazia culturale contemporanea può essere vista più come una cooperazione a lungo termine e la condivisione di valori.

Le iniziative di diplomazia culturale hanno molteplici vantaggi per promuovere la cittadinanza globale . 

Inoltre, di fronte all'omogeneizzazione di una cultura globalizzata, la diplomazia culturale può anche servire come mezzo per valorizzare le risorse culturali nazionali e locali di un paese e quindi promuovere la diversità culturale. Valorizzare la diversità culturale, a sua volta, migliora l'inclusione sociale e il benessere attraverso le arti e la creatività, nonché il patrimonio culturale, portando a una maggiore partecipazione e al rafforzamento della sensazione di far parte di una società" (UNESCO) 

MEDIAZIONE CULTURALE: una filosofia d'azione

Le azioni di mediazione culturale comportano il cambiamento delle prospettive a livello personale, collettivo e sociale, nonché lo sviluppo della cultura nelle diverse comunità.

Contribuiscono inoltre alla qualità della vita personale e della vita comunitaria in quanto tale, la mediazione culturale può essere considerata uno degli obiettivi trasversali di sviluppo dell'Agenda 21 per la Cultura.

L'approccio si concentra:

  • Sul contatto stretto, diretto e personale tra pubblico, artisti, partecipanti e forme di espressione culturale;

  • Sulla considerazione della diversità, delle conoscenze e delle competenze del pubblico, che contribuirà a fornire strutture di supporto adattate alle specificità dei diversi gruppi sociali: età, situazione sociale, stile di vita, sistema di valori, tradizioni, vincoli socio-economici, disabilità;

  • Sulla sperimentazione di forme innovative di partecipazione culturale per rinnovare le reciproche forme di trasmissione culturale e di scambio tra settori culturali, artistici e sociali, nonché sviluppare partenariati tra i gli stakeholders

La mediazione culturale si attiva anche raccontando Storie

Le storie catturano e catturano con forza l'attenzione umana perché, a livello cerebrale, qualunque cosa stia accadendo in una storia sta accadendo a noi e non solo a loro". Le ricerca nelle neuroscienze ci dimostra che le persone che ascoltano una storia con un classico arco drammatico rilasciano più sostanze chimiche cerebrali, come l'ossitocina che assume un ruolo significativo (sia positivo che negativo) nelle esperienze e nei comportamenti umani come l'empatia, l'altruismo e la moralità.  La maggior parte di noi pensa alle storie come a un modo per passare piacevolmente il tempo libero.

Le storie comunicano significato ed emozione, che sono ciò che motiva le persone ad agire. Le persone non si relazionano ai problemi, si relazionano con altre persone, in altre parole, con le loro storie.

C'è qualche prova che la storia sia effettivamente efficace nell'influenzarci, nel modificare il nostro modo di pensare e il nostro comportamento? La risposta è affermativa. 

 

Una storia rappresentata in una forma d'arte narrativa (comprendendo tutte le forme di narrativa visiva, tra cui pittura, scultura, fotografia, audio-video e cinema, arte digitale e videogame, performance ed installazioni) può facilitare la comprensione di argomenti spesso difficili da trattare, ed aiutare ad incrementare la consapevolezza di uno specifico tema sociale, contribuendo agli sforzi tesi ad un cambiamento sociale. 

"Narrative art tells the story of a society, most importantly, what the common beliefs

are that hold it together"

George Lucas

L'elaborazione creativa di una Storia può anche impiegare la tecnica del placement culturale, che, inserita nel quadro generale delle tecniche di marketing indiretto, assume la funzione di strumento di comunicazione per il marketing sociale, applicando il  soft power al servizio della Diplomazia e la Mediazione Culturale.

Il Cinema è universalmente riconosciuto quale potente strumento etno-pedagogico, 
se impiegato in maniera innovativa per la Salute pubblica e la fisioterapia di Comunità

I film danno forma alla cultura

Proprio come i film riflettono le ansie, le credenze ei valori delle culture che li producono, aiutano anche a modellare e consolidare le credenze di una cultura.

A volte l'influenza è banale, come nel caso delle tendenze moda o delle figure retoriche. Dopo l'uscita di Flashdance nel 1983, ad esempio, le magliette strappate e gli scaldamuscoli sono diventati i segni distintivi della moda degli anni '80 (Pemberton-Sikes, 2006).

Tuttavia, a volte l'impatto può essere profondo, portando a riforme sociali o politiche o alla formazione di ideologie.

 

Le questioni Sociali nel cinema

Come David Wark Griffith (sceneggiatore, regista e produttore del primo cinema americano) riconobbe quasi un secolo fa, il cinema ha un enorme potere come mezzo per influenzare l'opinione pubblica. Da quando il suo film Nascita di una Nazione ha suscitato forti reazioni di pubblico nel 1915, i registi hanno prodotto film che affrontano questioni sociali, a volte in modo sottile, a volte in modo molto diretto. Più di recente, film come Hotel Rwanda, sul genocidio ruandese del 1994, o Il cacciatore di aquiloni (una storia che si svolge nel mezzo di un Afghanistan devastato dalla guerra) hanno catturato l'immaginazione del pubblico raccontando storie che sollevano la sociale consapevolezza sui tragici eventi mondiali.

 

Così come un certo numero di film documentari diretti nel trattare questioni sociali hanno avuto una forte influenza sugli atteggiamenti culturali, contribuendo ad apportare significativi cambiamenti. Negli anni 2000, i documentari, in particolare quelli di natura attivista, hanno riscontrato un interesse maggiore che mai. Film come Super Size Me (che documenta gli effetti dell'eccessivo consumo di fast food e critica l'industria del fast food per aver promosso abitudini alimentari malsane a scopo di lucro); oppure Food, Inc. (che esamina le pratiche agricole aziendali e sottolinea l'impatto negativo che queste pratiche possono avere sulla salute umana e sull'ambiente) hanno determinato importanti cambiamenti nella cultura alimentare americana (Severson, 2009).

 

“Appena 6 settimane dopo l'uscita di Super Size Me, McDonald's ha tolto l'opzione supersize dal suo menu e dal 2004 ha introdotto una serie di opzioni di cibo salutare nei suoi ristoranti (…) Altre catene di fast food hanno apportato modifiche simili” (Sood, 2004).

 

Altri documentari destinati a influenzare gli atteggiamenti culturali e ispirare il cambiamento includono quelli realizzati dal regista Michael Moore.

I film di Moore presentano una posizione liberale su questioni sociali e politiche come l'assistenza sanitaria, la globalizzazione e il controllo delle armi. Il suo film del 2002 Bowling for Columbine ha affrontato ad esempio le sparatorie alla Columbine High School del 1999, presentando un esame critico della cultura americana sulle armi da fuoco. Mentre alcuni critici hanno accusato Moore di produrre materiale propagandistico sotto l'etichetta di documentario a causa dei forti pregiudizi dei suoi film, i suoi film sono stati apprezzati dal pubblico, con quattro dei suoi documentari che si classificano tra i documentari di maggior successo ed incasso di tutti i tempi.

Fahrenheit 9/11  (che ha criticato la seconda amministrazione Bush e il suo coinvolgimento nella guerra in Iraq)  ha incassato 119 milioni di dollari al botteghino, rendendolo il documentario di maggior successo di tutti i tempi (Dirks, 2006).

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Il Cinema, oltre a puro intrattenimento, è dunque capace di poter dare il suo contributo anche dal punto di vista pedagogico ed etico

Il cinema è uno strumento per promuovere l'innovazione sociale ed una maggiore consapevolezza sui temi attinenti l'educazione civica

Recentemente è stato, finalmente, reintrodotto l’insegnamento per gli studenti italiani di ogni ordine e grado della Educazione Civica.

 

Tuttavia tra gli educatori più critici, viene descritta generalmente "l'offerta di educazione alla cittadinanza come inadeguata, inefficace, sterile e priva di innovazione pedagogica" (Turner, 2009; Garratt e Pifferaio, 2012; Kerr et al., 2010).  

 

Queste critiche si riferiscono soprattutto a quei modelli che, in gran parte, sono elaborati facendo leva sul cosiddetto concetto di  deficit dei giovani, che identifica, appunto, le nuove generazioni come "soggetti economici compiacenti piuttosto che agenti attivi di cambiamento" (Olser e Starkey, 2003; Kisby, 2017; Weinberg e Flinders, 2018).

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Questo è particolarmente vero nell’attuale Società in cui oggi viviamo, soggetta a profondi cambiamenti e conseguenti sconvolgimenti sociali.

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La Ricerca evidenzia, nella letteratura scientifica di riferimento, l'efficacia dell'uso del cinema come strumento pedagogico ampio e diversificato, incapsulando e trascendendo nello strumento numerose discipline (Swimelar, 2013).

 

L'uso del cinema è stato ben documentato nell'insegnamento di un'ampia gamma di argomenti o temi sociali.

I film, in quanto dispositivi di narrazione hanno il potenziale per ispirare gli individui, suscitando empatia e coinvolgendoli e promuovendo in loro il pensiero critico sui problemi (James et al., 2011).

Quando viene utilizzato come strumento pedagogico e luogo di "acquisizione", un film ha la capacità di migliorare l'insegnamento e l'apprendimento in numerose discipline e in modi molto diversi.

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Il Cinema rappresenta da sempre una delle forme di divertimento più apprezzate e diffuse al mondo. Ci si reca a vedere un film per cercare una sorta di evasione rispetto alla vita quotidiana: l'audience vuole distaccarsi dalla routine, cerca una vicenda che gli offra qualcosa di differente.

Si aspira ad una realtà immaginaria, diversa da quella che viviamo, che a volte ci possano ispirare anche momenti di riflessione.

 

Tuttavia, salvo eccezioni, è difficile che l’industria cinematografica tratti tematiche che abbiano un certo rilievo didattico o morale.

 

Queste "rarità" sono spesso rappresentate soprattutto da pellicole indipendenti.

 

Il cinema indipendente viene inteso come quella parte di cinema che viene prodotta al di fuori dei circuiti delle grandi case di produzione e distribuzione, che utilizza un basso budget per la realizzazione della pellicola. Il cinema indipendente si è da sempre caratterizzato per aver sviluppato e narrato temi che il cinema mainstream non rappresentava, come la realtà omosessuale, la prostituzione, la droga, la decadenza della famiglia, le pari opportunità.

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Siamo ispirati dai pensieri di filosofi come Gilles Deleuze che riflette sulla pedagogia del cinema, la Cinematica pedagogica che pone l'enfasi sul cine-pensiero: "un pensiero cinematografico capace di fornire nuovi approcci per migliorare e articolare il ruolo dell'affetto e del movimento nel pensare con le immagini, e per mappare queste relazioni trasversali nel contesto dell'educazione, richiamando l'attenzione sulle dimensioni etico-politiche dell'apprendimento"

 

Cosi come riflettendo sulle intuizioni di altri come Karl Popper, che, ad esempio, già denunciava oltre due decenni fa i problemi di una televisione che manda in onda sempre più spesso contenuti privi di certi principi etici e morali, bloccando così la libertà delle menti, inquinando lo sviluppo psicologico di bambini ed adolescenti o alimentando l'intolleranza e l'odio negli adulti: un fenomeno che si amplifica oggi con l'evoluzione della loro distribuzione attraverso i nuovi media.     

In questa sequenza un esplicito esempio di trattamento, nella finzione del soggetto di una puntata della serie televisiva prodotta da Shonda Rhimes, di una reale questione sociale di diritti negati, oggi alla ribalta del dibattito pubblico

e politico nella società statunitense.

(tratto da "Le regole del delitto perfetto/How to Get Away with Murder", s.4 x p.13

si riproduce per mero scopo didattico, tutti i diritti riservati al titolare del copyright ) 

“Storie televisive e cinematografiche forniscono al loro pubblico materiale prezioso per comprendere il mondo in cui vivono senza rispecchiare fedelmente la realtà, ma senza realmente snaturarla” (Buonanno, 2008)

 

Sforziamoci di immaginare che un qualsiasi tema socio-culturale  possa essere un qualsiasi prodotto commerciale da rendere noto con una strategia di marketing finalizzata ad incrementare nel pubblico  la consapevolezza del prodotto in questione. Ora riflettiamo sui motivi e le modalità con cui si applica, da decenni, la tecnica pubblicitaria che prende in nome di product placement

 

Con un altro esercizio d'immaginazione, sostituiamo la parola 'product' con 'cultural',  e pensiamo al 'marketing sociale' invece che al 'marketing commerciale'. 

Facendo leva su  questa associazione di idee, prende forma il concetto di cultural placement,  e possiamo facilmente comprendere come anche un tema sociale possa essere rappresentato in una serie televisiva oppure in una storia cinematografica, trasformando sapientemente un Contenuto per l’intrattenimento anche in un efficace strumento emozionale di comunicazione sociale.     

 

Uno dei maggiori esempi contemporanei di capacità di creare una efficace commistione tra intrattenimento e trattamento di temi sociali nei soggetti di storie televisive è Shonda Rhimes, scrittrice e produttore televisivo. La Rhimes, con la sua casa di produzione ShondaLand, è diventata una dei più potenti player della televisione americana contemporanea. A partire dalla sua serie di successo Grey's Anatomy , ha debuttato con successo in Private Practice , Scandal , How to Get Away with Murder , The Catch , For The People e Station 19.

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Le produzioni della Rhimes sono attente ad affrontare numerose questioni sociali,  rappresentate nelle sue storie con riconosciuta efficacia.

Temi come la gestione del potere politico, l’identità,  la discriminazione razziale e di genere, la post-verità, sono problemi sociali affrontati intenzionalmente dalla Rhimes con diversi personaggi e trame incentrate, ad esempio, su amicizie e relazioni interrazziali, relazioni LGBTIQ e genitorialità, con l'impatto della disabilità sulle dinamiche familiari e lavorative e le rappresentazioni complesse della femminilità.

 

Il numero delle pubblicazioni scientifiche nel campo degli Studi sull’influenza dei media e dei nuovi media che hanno sulle questioni sociali e sull’impatto socio-culturale che hanno di conseguenza sui pubblici di riferimento si accresce ogni giorno. 

Una esaustiva analisi proprio sul caso Shonda Rhimes è trattato con dovizia nel volume Adventures in Shondaland: Identity Politics and the Power of Representation, in cui vengono teorizzati i contributi e l'influenza di Rhimes ispirando conversazioni provocatorie sulla televisione come istituzione profondamente politicizzata, esplorando come Rhimes si inserisce nelle implicazioni della televisione del ventunesimo secolo.

Nell'ambito della sua missione istituzionale APS/ETS DIFESA CIVILE 4.0, ricerca e studia nuovi  modelli di riferimento, che possano essere efficaci ed efficienti nei nuovi contesti sociali.

Modelli da applicare nell'ambito del suo programma per la promozione dell'Innovazione sociale, la Sicurezza sociale e lo Sviluppo Sostenibile.  

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Facendo leva sul know-how tecnico/professionale e l'esperienza dei suoi volontari, così come attingendo dal valore aggiunto messo a disposizione con il programma di ricerca applicata Rebel Alliance Empowering per l'Industria dei Contenuti, spin-off  del progetto di ricerca universitario Umanesimo & Tecnologia fondato nel 1995,

Il Centro Studi e Ricerche per l'Innovazione Sociale nella Società 5.0, APS\Difesa Civile 4.0, si associa alle attività definite dai Soggetti partecipanti del programma Rebel Alliance Empowering, affiancando il network in quei progetti i cui temi rientrano nel dominio di una missione sociale.    

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A partire da Ciurè si attiva il #PROGETTOSIAMOTUTTICIURE' nell'ambito del suo programma di elaborazione di Contenuti allo scopo di contribuire al sostegno della DIVERSITA’ e l’INCLUSIONE e per la promozione della EQUITA’ per l’INNOVAZIONE SOCIALE e lo SVILUPPO SOSTENIBILE.

Altri Contenuti che la nostra APS Difesa Civile 4.0 ha in fase di sviluppo e che attengono a questo programma sono:

   

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