Cinema, Cultural Placement e Mediazione Culturale
strumenti per una cittadinanza consapevole
È possibile contribuire in modo efficace all’educazione in un mondo sempre più digitale, dove le immagini sono il veicolo principale di comunicazione?
Come possiamo contrastare le spinte che ogni giorno conducono i nostri ragazzi verso una rapida e superficiale omologazione culturale?
In questo panorama, il “cine-pensiero” può diventare uno strumento prezioso, capace di stimolare la riflessione e promuovere modalità di apprendimento informale. Attraverso il cinema e i nuovi media, infatti, è possibile creare occasioni di dialogo e confronto, favorendo l’innovazione, l’inclusione sociale e una cittadinanza consapevole.
Una Istituzione non è una limitazione come la legge, ma al contrario un modello di azioni, una vera e propria impresa,
un sistema artificiale di mezzi positivi,
un’invenzione positiva di mezzi indiretti.
- Gilles Deleuze -
Per comprendere appieno il ruolo che il cinema e i nuovi media possono svolgere nel promuovere educazione, inclusione e innovazione culturale, è utile chiarire alcuni concetti chiave.
Le definizioni che seguono offrono un punto di partenza condiviso, utile per orientare il dialogo, facilitare l'apprendimento informale e favorire la riflessione collettiva.
Educazione in un mondo sempre più digitale
Riguarda l’insieme delle strategie e degli strumenti formativi che integrano tecnologie, social media e comunicazione per immagini, al fine di sviluppare il senso critico e facilitare l’accesso alla conoscenza in contesti digitali.
Omologazione culturale
È la tendenza, spesso accelerata dai media globali, a uniformare valori, comportamenti e stili di vita, con il rischio di indebolire la diversità culturale e il senso di identità locale.
Cine-pensiero
Si riferisce alla riflessione critica che nasce dalla visione consapevole di un film. Il cine-pensiero trasforma la fruizione passiva in un processo attivo di analisi, interpretazione e interiorizzazione, facilitando l'elaborazione simbolica e la crescita culturale.
Nuovi media
Comprendono le forme di comunicazione digitale interattiva e personalizzata: social network, streaming, videogiochi, podcast, blog. Offrono nuove opportunità narrative e relazionali, ma richiedono alfabetizzazione mediatica e critica.
Apprendimento informale
È l'apprendimento che avviene fuori dai contesti scolastici, attraverso esperienze quotidiane. Guardare un film, seguire un canale YouTube o partecipare a un laboratorio culturale possono generare conoscenze e competenze non formali.
Innovazione culturale
L’innovazione è l'introduzione di nuove idee, processi o tecnologie che trasformano il modo in cui viviamo, comunichiamo, apprendiamo. Nel settore culturale, significa usare linguaggi creativi e media emergenti per stimolare inclusione, partecipazione e trasformazione sociale.
Inclusione sociale
Consiste nell’offrire pari opportunità di accesso alla vita sociale, culturale ed economica, indipendentemente da provenienza, genere, età, disabilità o status. Il cinema e i media possono abbattere barriere culturali e generare empatia.
Cittadinanza consapevole
È la capacità di esercitare i propri diritti e doveri in modo informato, critico e responsabile. La cultura visiva e narrativa può rafforzare questa consapevolezza, stimolando coinvolgimento, empatia e senso del bene comune.
Cultural Placement
Il Cultural Placement è l’evoluzione strategica del product placement, e consiste nell'inserimento consapevole di riferimenti culturali, simboli o identità locali all’interno di contenuti mediali come film, serie TV, videogiochi o ambienti immersivi. L’obiettivo è duplice: valorizzare l’immaginario culturale e attivare processi di apprendimento e inclusione sociale attraverso la narrazione.
Il Cultural Placement agisce su più livelli:
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Sottolineare la diversità
mostra la ricchezza di saperi, pratiche, valori e simboli di una comunità; -
Educare attraverso la narrazione
stimola la curiosità e attiva l’apprendimento informale; -
Generare dialogo
favorisce il confronto tra culture e rafforza il capitale simbolico condiviso.
In questo senso, il Cultural Placement non si limita ad arricchire un'opera con elementi esotici o decorativi, ma diventa uno strumento di mediazione culturale, di progettazione identitaria e di innovazione sociale. Se sostenuto da politiche culturali adeguate e da spazi di sperimentazione come gli incubatori culturali, può contribuire alla generazione di nuove correnti artistiche e simboliche che parlano il linguaggio del nostro tempo.
Mediazione Culturale
La mediazione culturale è l'insieme delle pratiche che facilitano l'incontro tra persone, gruppi e visioni del mondo differenti. Interviene in contesti educativi, istituzionali e comunicativi per costruire comprensione reciproca e coesione sociale.
Tre sono le sue dimensioni principali:
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Traduzione interculturale
non solo linguistica, ma dei codici, dei valori, delle forme di rappresentazione; -
Spazi di ascolto e negoziazione
ambienti sicuri in cui i soggetti si sentono riconosciuti e possono dialogare; -
Competenze interculturali
percorsi formativi per sviluppare apertura, empatia e capacità di agire in contesti complessi.
Nel campo dell’audiovisivo, la mediazione culturale si realizza attraverso storie, immagini e suoni che mettono in scena la diversità e creano connessioni. Il cinema può essere ponte tra culture, antidoto contro gli stereotipi, e leva per l’inclusione sociale.
La forza narrativa del cinema per l'inclusione e il cambiamento
Una storia ben raccontata può generare cambiamento reale. A livello neurologico, il cervello risponde a una narrazione come se la vivesse in prima persona. Questo rende il cinema, il videogioco o l'installazione artistica strumenti potenti per comunicare valori, emozioni e visioni del mondo. Le ricerche mostrano che l’ascolto di storie attiva empatia, altruismo e moralità: non reagiamo a concetti astratti, ma ci connettiamo all’esperienza umana.
Per questo motivo, le azioni culturali e artistiche dovrebbero:
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promuovere un contatto diretto e personale tra pubblici, artisti e contenuti;
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valorizzare la diversità delle prospettive, dei bisogni e delle competenze dei gruppi sociali;
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sperimentare forme partecipative che rinnovano le pratiche culturali e costruiscono alleanze tra soggetti diversi (educatori, creativi, istituzioni, cittadini).
La generazione culturale della transizione
Inserendo elementi culturali nei media e facilitando il dialogo tra mondi diversi, Cultural Placement e Mediazione Culturale possono generare una cultura della trasformazione. Entrambi contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 21 per la Cultura, offrendo strumenti concreti per promuovere inclusione, educazione civica e capacità di immaginare futuri condivisi in una Generazione Culturale della Transizione, in uno spazio in cui incubatori culturali, narrazione consapevole e politiche pubbliche si intrecciano per dare forma a una nuova generazione culturale capace di rispondere ai bisogni simbolici e civili della società contemporanea.
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Nel dibattito odierno sulla cultura come leva strategica per la coesione sociale e la trasformazione sistemica, una domanda cruciale emerge con forza: che tipo di generazione culturale stiamo producendo oggi? In un mondo attraversato da crisi ambientali, tecnologiche, cognitive e identitarie, la cultura non si limita a essere una forma di espressione: diventa uno strumento di orientamento e un campo di negoziazione simbolica.
Fare cultura oggi
oltre la produzione estetica
In una prospettiva antropologica, fare cultura significa agire sui sistemi simbolici condivisi da una comunita. Non si tratta solo di creare opere o eventi, ma di partecipare attivamente alla costruzione del senso, incidendo su linguaggi, memorie, visioni del mondo. L'artista, il ricercatore, il comunicatore, il formatore diventano agenti culturali nel momento in cui facilitano, accelerano o problematizzano la trasformazione di quei codici.
In questo contesto, la cultura non e piu solo patrimonio o consumo: e una pratica di cittadinanza, una tecnologia sociale, una forma di cura collettiva.
Politiche culturali
come dispositivi abilitanti
Le politiche culturali assumono oggi un ruolo chiave come dispositivi strategici. Esse non devono limitarsi alla tutela del passato o al finanziamento dell'esistente, ma diventare infrastrutture dinamiche che riconoscano nuovi attori, legittimino nuovi linguaggi e accompagnino la sperimentazione. In tal senso, una politica culturale e efficace quando riesce a:
- cogliere i segnali deboli delle trasformazioni sociali;
- favorire l'accesso diffuso alla produzione culturale;
- attivare meccanismi di rigenerazione territoriale attraverso pratiche simboliche;
- sostenere modelli ibridi tra arte, scienza, educazione e cittadinanza.
L'incubatore culturale
come dispositivo strategico
Dentro questa cornice, l'incubatore culturale si configura come uno strumento operativo e trasformativo.
Non e solo un luogo fisico o un programma di sostegno, ma un ambiente relazionale e progettuale in cui si rendono possibili:
- sperimentazioni espressive non normate;
- emersione di nuovi paradigmi narrativi o epistemologici;
- processi di legittimazione di linguaggi emergenti;
- contaminazioni disciplinari capaci di produrre innovazione simbolica.
Un incubatore culturale efficace agisce come interfaccia tra creativita diffusa e sistemi di riconoscimento (istituzionale, economico, scientifico). Innesca e accompagna transizioni cognitive e sociali, dando forma a quelle correnti che, se sostenute, possono imporsi nella storia culturale.
Correnti culturali
le condizioni della generazione storica
Le grandi correnti culturali del passato non sono mai nate nel vuoto. Hanno avuto bisogno di alcune condizioni abilitanti:
1. Crisi o discontinuita storiche (sociali, epistemiche, tecnologiche);
2. Reti attive di attori (intellettuali, artisti, produttori, facilitatori);
3. Spazi protetti per la sperimentazione (laboratori, accademie, collettivi);
4. Accesso ai mezzi di produzione e diffusione (stampa, media, piattaforme);
5. Legittimazione o conflitto con le istituzioni (accettazione o rottura);
6. Un linguaggio che intercetta il tempo storico (che risuona con la sensibilita collettiva).
Oggi queste condizioni esistono, ma in forma mutata:
- le crisi sono multiple e globali;
- le reti sono digitali e frammentate;
- gli spazi esistono, ma spesso mancano di risorse strutturali;
- la sovrabbondanza di contenuti rende difficile l'emersione;
- le istituzioni faticano a tenere il passo;
- i linguaggi emergenti (post-umano, ecologia simbolica, estetiche ibride) hanno bisogno di mediazione.
Generazione culturale della transizione
La generazione culturale oggi in atto e profondamente ibrida, transdisciplinare, simbolicamente complessa. Nasce da pratiche che intrecciano arte, scienza, tecnologia, memoria, spiritualita, educazione e azione sociale. I suoi temi forti parlano di crisi climatica, giustizia cognitiva, algoritmi e corpi, intelligenza collettiva e post-narrazione.
Ma perche questa generazione possa imporsi come corrente storica e non restare frammento disperso, servono incubatori intelligenti e politiche culturali lungimiranti. Luoghi e strategie che trasformino l'intuizione individuale in paradigma collettivo. Che non si limitino a gestire la cultura, ma a generarla. Che accompagnino il passaggio da una cultura della rappresentazione a una cultura della trasformazione.
In questo senso, un incubatore culturale puo essere molto piu di uno spazio per eventi: puo diventare un dispositivo di mediazione culturale e politica, capace di fare da ponte tra visione artistica e bisogni sistemici. Uno strumento di civilta. E oggi, piu che mai, serve civilta.
Mediazione Culturale: una filosofia d’azione
Le azioni di mediazione culturale mirano a generare cambiamenti di prospettiva a livello personale, collettivo e sociale, promuovendo lo sviluppo culturale nelle diverse comunità. In tal senso, la mediazione culturale non solo contribuisce alla qualità della vita individuale e collettiva, ma rientra anche tra gli obiettivi trasversali di sviluppo dell’Agenda 21 per la Cultura.
Uno degli strumenti più efficaci per innescare questo processo è il racconto di storie. A livello neurologico, infatti, ciò che accade in una storia coinvolge il nostro cervello come se lo stessimo vivendo in prima persona. Le ricerche dimostrano che, ascoltando una narrazione strutturata secondo un classico arco drammatico, il nostro organismo rilascia sostanze chimiche come l’ossitocina, legata a empatia, altruismo e moralità. Se spesso consideriamo le storie come puro intrattenimento, la realtà è che comunicano significato ed emozione, spingendo le persone ad agire: non ci relazioniamo a un “problema” in astratto, ma all’esperienza di chi lo vive.
Una storia rappresentata in forme artistiche diverse — dal cinema alla pittura, dal video al videogioco, dalla performance alle installazioni — può facilitare la comprensione di temi complessi e accrescere la consapevolezza su questioni sociali, contribuendo così in modo concreto al cambiamento.
Questo approccio si fonda su:
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Un contatto diretto e personale tra pubblico, artisti e forme di espressione culturale;
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La valorizzazione della diversità, tenendo conto di competenze, esperienze e bisogni specifici dei diversi gruppi sociali (età, condizioni economiche, stili di vita, valori, tradizioni, disabilità);
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La sperimentazione di forme innovative di partecipazione per rinnovare le pratiche di trasmissione e scambio tra settori culturali, artistici e sociali, sviluppando partenariati tra i diversi stakeholder.
"Narrative art tells the story of a society, most importantly, what the common beliefs
are that hold it together"
George Lucas
L’elaborazione creativa di una storia, arricchita dalla tecnica del Cultural Placement a sostegno della Mediazione Culturale, la trasforma in un “contenuto di scopo”, capace di favorire l’inclusione, l’innovazione e l’educazione civica.
Concludendo, dall'integrazione di Cinema & Nuovi Media, Cultural Placement e Mediazione Culturale emerge la possibilità di creare percorsi di apprendimento, progetti di inclusione e vere e proprie azioni di cittadinanza attiva. In quest’ottica, la narrazione diventa un potente motore di cambiamento, offrendo idee, ispirazioni e strumenti per costruire una società più consapevole e aperta alla diversità
Il Cinema è universalmente riconosciuto quale potente strumento etno-pedagogico, se impiegato in maniera innovativa per la Salute pubblica e la fisioterapia di Comunità
I film danno forma alla cultura
Proprio come i film riflettono le ansie, le credenze ei valori delle culture che li producono, aiutano anche a modellare e consolidare le credenze di una cultura.
A volte l'influenza è banale, come nel caso delle tendenze moda o delle figure retoriche. Dopo l'uscita di Flashdance nel 1983, ad esempio, le magliette strappate e gli scaldamuscoli sono diventati i segni distintivi della moda degli anni '80 (Pemberton-Sikes, 2006).
Tuttavia, a volte l'impatto può essere profondo, portando a riforme sociali o politiche o alla formazione di ideologie.
Le questioni Sociali nel cinema
Come David Wark Griffith (sceneggiatore, regista e produttore del primo cinema americano) riconobbe quasi un secolo fa, il cinema ha un enorme potere come mezzo per influenzare l'opinione pubblica. Da quando il suo film Nascita di una Nazione ha suscitato forti reazioni di pubblico nel 1915, i registi hanno prodotto film che affrontano questioni sociali, a volte in modo sottile, a volte in modo molto diretto. Più di recente, film come Hotel Rwanda, sul genocidio ruandese del 1994, o Il cacciatore di aquiloni (una storia che si svolge nel mezzo di un Afghanistan devastato dalla guerra) hanno catturato l'immaginazione del pubblico raccontando storie che sollevano la sociale consapevolezza sui tragici eventi mondiali.
Così come un certo numero di film documentari diretti nel trattare questioni sociali hanno avuto una forte influenza sugli atteggiamenti culturali, contribuendo ad apportare significativi cambiamenti. Negli anni 2000, i documentari, in particolare quelli di natura attivista, hanno riscontrato un interesse maggiore che mai. Film come Super Size Me (che documenta gli effetti dell'eccessivo consumo di fast food e critica l'industria del fast food per aver promosso abitudini alimentari malsane a scopo di lucro); oppure Food, Inc. (che esamina le pratiche agricole aziendali e sottolinea l'impatto negativo che queste pratiche possono avere sulla salute umana e sull'ambiente) hanno determinato importanti cambiamenti nella cultura alimentare americana (Severson, 2009).
“Appena 6 settimane dopo l'uscita di Super Size Me, McDonald's ha tolto l'opzione supersize dal suo menu e dal 2004 ha introdotto una serie di opzioni di cibo salutare nei suoi ristoranti (…) Altre catene di fast food hanno apportato modifiche simili” (Sood, 2004).
Altri documentari destinati a influenzare gli atteggiamenti culturali e ispirare il cambiamento includono quelli realizzati dal regista Michael Moore.
I film di Moore presentano una posizione liberale su questioni sociali e politiche come l'assistenza sanitaria, la globalizzazione e il controllo delle armi. Il suo film del 2002 Bowling for Columbine ha affrontato ad esempio le sparatorie alla Columbine High School del 1999, presentando un esame critico della cultura americana sulle armi da fuoco. Mentre alcuni critici hanno accusato Moore di produrre materiale propagandistico sotto l'etichetta di documentario a causa dei forti pregiudizi dei suoi film, i suoi film sono stati apprezzati dal pubblico, con quattro dei suoi documentari che si classificano tra i documentari di maggior successo ed incasso di tutti i tempi.
Fahrenheit 9/11 (che ha criticato la seconda amministrazione Bush e il suo coinvolgimento nella guerra in Iraq) ha incassato 119 milioni di dollari al botteghino, rendendolo il documentario di maggior successo di tutti i tempi (Dirks, 2006).


Il Cinema, oltre a puro intrattenimento, è dunque capace di poter dare il suo contributo anche dal punto di vista pedagogico ed etico
Il cinema è uno strumento per promuovere l'innovazione sociale ed una maggiore consapevolezza sui temi attinenti l'educazione civica
Recentemente è stato, finalmente, reintrodotto l’insegnamento per gli studenti italiani di ogni ordine e grado della Educazione Civica.
Tuttavia tra gli educatori più critici, viene descritta generalmente "l'offerta di educazione alla cittadinanza come inadeguata, inefficace, sterile e priva di innovazione pedagogica" (Turner, 2009; Garratt e Pifferaio, 2012; Kerr et al., 2010).
Queste critiche si riferiscono soprattutto a quei modelli che, in gran parte, sono elaborati facendo leva sul cosiddetto concetto di deficit dei giovani, che identifica, appunto, le nuove generazioni come "soggetti economici compiacenti piuttosto che agenti attivi di cambiamento" (Olser e Starkey, 2003; Kisby, 2017; Weinberg e Flinders, 2018).
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Questo è particolarmente vero nell’attuale Società in cui oggi viviamo, soggetta a profondi cambiamenti e conseguenti sconvolgimenti sociali.
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La Ricerca evidenzia, nella letteratura scientifica di riferimento, l'efficacia dell'uso del cinema come strumento pedagogico ampio e diversificato, incapsulando e trascendendo nello strumento numerose discipline (Swimelar, 2013).
L'uso del cinema è stato ben documentato nell'insegnamento di un'ampia gamma di argomenti o temi sociali.
I film, in quanto dispositivi di narrazione hanno il potenziale per ispirare gli individui, suscitando empatia e coinvolgendoli e promuovendo in loro il pensiero critico sui problemi (James et al., 2011).
Quando viene utilizzato come strumento pedagogico e luogo di "acquisizione", un film ha la capacità di migliorare l'insegnamento e l'apprendimento in numerose discipline e in modi molto diversi.


Il Cinema rappresenta da sempre una delle forme di divertimento più apprezzate e diffuse al mondo. Ci si reca a vedere un film per cercare una sorta di evasione rispetto alla vita quotidiana: l'audience vuole distaccarsi dalla routine, cerca una vicenda che gli offra qualcosa di differente.
Si aspira ad una realtà immaginaria, diversa da quella che viviamo, che a volte ci possano ispirare anche momenti di riflessione.
Tuttavia, salvo eccezioni, è difficile che l’industria cinematografica tratti tematiche che abbiano un certo rilievo didattico o morale.
Queste "rarità" sono spesso rappresentate soprattutto da pellicole indipendenti.
Il cinema indipendente viene inteso come quella parte di cinema che viene prodotta al di fuori dei circuiti delle grandi case di produzione e distribuzione, che utilizza un basso budget per la realizzazione della pellicola. Il cinema indipendente si è da sempre caratterizzato per aver sviluppato e narrato temi che il cinema mainstream non rappresentava, come la realtà omosessuale, la prostituzione, la droga, la decadenza della famiglia, le pari opportunità.
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Siamo ispirati dai pensieri di filosofi come Gilles Deleuze che riflette sulla pedagogia del cinema, la Cinematica pedagogica che pone l'enfasi sul cine-pensiero: "un pensiero cinematografico capace di fornire nuovi approcci per migliorare e articolare il ruolo dell'affetto e del movimento nel pensare con le immagini, e per mappare queste relazioni trasversali nel contesto dell'educazione, richiamando l'attenzione sulle dimensioni etico-politiche dell'apprendimento"
Cosi come riflettendo sulle intuizioni di altri come Karl Popper, che, ad esempio, già denunciava oltre due decenni fa i problemi di una televisione che manda in onda sempre più spesso contenuti privi di certi principi etici e morali, bloccando così la libertà delle menti, inquinando lo sviluppo psicologico di bambini ed adolescenti o alimentando l'intolleranza e l'odio negli adulti: un fenomeno che si amplifica oggi con l'evoluzione della loro distribuzione attraverso i nuovi media.
In questa sequenza un esplicito esempio di trattamento, nella finzione del soggetto di una puntata della serie televisiva prodotta da Shonda Rhimes, di una reale questione sociale di diritti negati, oggi alla ribalta del dibattito pubblico
e politico nella società statunitense.
(tratto da "Le regole del delitto perfetto/How to Get Away with Murder", s.4 x p.13
si riproduce per mero scopo didattico, tutti i diritti riservati al titolare del copyright )
“Storie televisive e cinematografiche forniscono al loro pubblico materiale prezioso per comprendere il mondo in cui vivono senza rispecchiare fedelmente la realtà, ma senza realmente snaturarla” (Buonanno, 2008)
Sforziamoci di immaginare che un qualsiasi tema socio-culturale possa essere un qualsiasi prodotto commerciale da rendere noto con una strategia di marketing finalizzata ad incrementare nel pubblico la consapevolezza del prodotto in questione. Ora riflettiamo sui motivi e le modalità con cui si applica, da decenni, la tecnica pubblicitaria che prende in nome di product placement
Con un altro esercizio d'immaginazione, sostituiamo la parola 'product' con 'cultural', e pensiamo al 'marketing sociale' invece che al 'marketing commerciale'.
Facendo leva su questa associazione di idee, prende forma il concetto di cultural placement, e possiamo facilmente comprendere come anche un tema sociale possa essere rappresentato in una serie televisiva oppure in una storia cinematografica, trasformando sapientemente un Contenuto per l’intrattenimento anche in un efficace strumento emozionale di comunicazione sociale.
Uno dei maggiori esempi contemporanei di capacità di creare una efficace commistione tra intrattenimento e trattamento di temi sociali nei soggetti di storie televisive è Shonda Rhimes, scrittrice e produttore televisivo. La Rhimes, con la sua casa di produzione ShondaLand, è diventata una dei più potenti player della televisione americana contemporanea. A partire dalla sua serie di successo Grey's Anatomy , ha debuttato con successo in Private Practice , Scandal , How to Get Away with Murder , The Catch , For The People e Station 19.

Le produzioni della Rhimes sono attente ad affrontare numerose questioni sociali, rappresentate nelle sue storie con riconosciuta efficacia.
Temi come la gestione del potere politico, l’identità, la discriminazione razziale e di genere, la post-verità, sono problemi sociali affrontati intenzionalmente dalla Rhimes con diversi personaggi e trame incentrate, ad esempio, su amicizie e relazioni interrazziali, relazioni LGBTIQ e genitorialità, con l'impatto della disabilità sulle dinamiche familiari e lavorative e le rappresentazioni complesse della femminilità.
Il numero delle pubblicazioni scientifiche nel campo degli Studi sull’influenza dei media e dei nuovi media che hanno sulle questioni sociali e sull’impatto socio-culturale che hanno di conseguenza sui pubblici di riferimento si accresce ogni giorno.
Una esaustiva analisi proprio sul caso Shonda Rhimes è trattato con dovizia nel volume Adventures in Shondaland: Identity Politics and the Power of Representation, in cui vengono teorizzati i contributi e l'influenza di Rhimes ispirando conversazioni provocatorie sulla televisione come istituzione profondamente politicizzata, esplorando come Rhimes si inserisce nelle implicazioni della televisione del ventunesimo secolo.
Nell'ambito della sua missione istituzionale APS/ETS DIFESA CIVILE 4.0, ricerca e studia nuovi modelli di riferimento, che possano essere efficaci ed efficienti nei nuovi contesti sociali.
Modelli da applicare nell'ambito del suo programma per la promozione dell'Innovazione sociale, la Sicurezza sociale e lo Sviluppo Sostenibile.


Facendo leva sul know-how tecnico/professionale e l'esperienza dei suoi volontari, così come attingendo dal valore aggiunto messo a disposizione con il programma di ricerca applicata Rebel Alliance Empowering per l'Industria dei Contenuti, spin-off del progetto di ricerca universitario Umanesimo & Tecnologia fondato nel 1995,
Il Centro Studi e Ricerche per l'Innovazione Sociale nella Società 5.0, APS\Difesa Civile 4.0, si associa alle attività definite dai Soggetti partecipanti del programma Rebel Alliance Empowering, affiancando il network in quei progetti i cui temi rientrano nel dominio di una missione sociale.
A partire da Ciurè si attiva il #PROGETTOSIAMOTUTTICIURE' nell'ambito del suo programma di elaborazione di Contenuti allo scopo di contribuire al sostegno della DIVERSITA’ e l’INCLUSIONE e per la promozione della EQUITA’ per l’INNOVAZIONE SOCIALE e lo SVILUPPO SOSTENIBILE.
Altri Contenuti che la nostra APS Difesa Civile 4.0 ha in fase di sviluppo e che attengono a questo programma sono:
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Anche le piante hanno un'anima
-
Diabete Young Metaverse




