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  • Christophe Clavé

Il calo del Quoziente Intellettivo, l'impoverimento del Linguaggio e la rovina del Pensiero


L’effetto Flynn, dal nome del suo progettista, ha prevalso fino agli anni 60. Il suo principio è che il quoziente intellettuale (QI) medio continua ad aumentare nella popolazione. Tuttavia, dagli anni ’80, i ricercatori di scienze cognitive sembrano condividere l’osservazione di un’inversione dell’effetto Flynn e di un calo del QI medio.La tesi è ancora dibattuta e molti studi sono in corso da quasi quarant’anni senza riuscire a placare il dibattito.


Sembra che il livello di intelligenza misurato dai test del QI stia diminuendo nei paesi più sviluppati e che una moltitudine di fattori possa essere la causa.A questo calo molto contestato del livello medio di intelligenza si aggiunge l’impoverimento del linguaggio. Numerosi sono gli studi che dimostrano il restringimento del campo lessicale e un impoverimento della lingua.


Non si tratta solo della diminuzione del vocabolario utilizzato, ma anche delle sottigliezze del linguaggio che permettono di elaborare e formulare un pensiero complesso.La graduale scomparsa dei tempi (congiuntivo, passato semplice, imperfetto, forme composte del futuro, participio passato …) dà origine a un pensiero nel presente, limitato al momento, incapace di proiezioni nel tempo.


La generalizzazione della familiarità, la scomparsa delle lettere maiuscole e della punteggiatura sono tutti colpi fatali alla sottigliezza dell’espressione. Cancellare la parola “mademoiselle” non significa solo rinunciare all’estetica di una parola, ma anche promuovere l’idea che tra una bambina e una donna non c’è niente.


Meno parole e meno verbi coniugati significano meno capacità di esprimere emozioni e meno opportunità di sviluppare un pensiero.Gli studi hanno dimostrato che parte della violenza nella sfera pubblica e privata deriva direttamente dall’incapacità di tradurre le parole in emozioni.


Senza parole per costruire ragionamenti, il pensiero complesso caro a Edgar Morin viene ostacolato, reso impossibile.

Più povera è la lingua, meno pensiero esiste

La storia è ricca di esempi e ci sono molti scritti da Georges Orwell nel 1984 a Ray Bradbury in Fahrenheit 451 che raccontava come le dittature di tutte le convinzioni ostacolavano il pensiero riducendo e distorcendo il numero e il significato delle parole.


Non c’è pensiero critico senza pensare

E NON C’È PENSIERO SENZA PAROLE. COME COSTRUIRE UN PENSIERO IPOTETICO-DEDUTTIVO SENZA PADRONEGGIARE IL CONDIZIONALE?


COME IMMAGINARE IL FUTURO SENZA CONIUGARE IL FUTURO?


Come apprendere una temporalità, una successione di elementi nel tempo, passati o futuri, nonché la loro durata relativa, senza un linguaggio che faccia la differenza tra ciò che avrebbe potuto essere, ciò che era, ciò che è cosa potrebbe succedere e cosa succederà dopo quello che potrebbe accadere?


Se oggi si sentisse un grido di battaglia, sarebbe quello rivolto a genitori e insegnanti: fate parlare, leggere e scrivere i vostri figli, i vostri alunni, i vostri studenti. Insegna e pratica la lingua nelle sue forme più svariate, anche se sembra complicata, soprattutto se complicata. Perché in questo sforzo c’è la libertà.

COLORO CHE SPIEGANO IN CONTINUAZIONE CHE È NECESSARIO SEMPLIFICARE L’ORTOGRAFIA, PURGARE IL LINGUAGGIO DAI SUOI “DIFETTI”, ABOLIRE GENERI, TEMPI, SFUMATURE, TUTTO CIÒ CHE CREA COMPLESSITÀ SONO I BECCHINI DELLA MENTE UMANA .

NON C’È BELLEZZA SENZA IL PENSIERO DELLA BELLEZZA,

NON C’È LIBERTÀ SENZA RICHIESTE.

 

La lezione del Filosofo Umberto Galimberti ci aiuterà a comprendere il significato di questo articolo, Buon ascolto ...


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