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Ecologia Culturale

Ecologia Culturale & Ambiente = Economia Circolare

L'ecologia culturale è il campo di ricerca delle scienze etno-antropologiche che investiga le relazioni tra gli aspetti socio-culturali dei gruppi umani e l'ambiente nel quale vivono, in stretto rapporto con altre discipline, come ad esempio: l'ecologia, la geografia umana, la biologia, l'archeologia, l'economia, la demografia, ...

Il focus principale di studio è costituito dal processo di adattamento dei gruppi sociali all'ambiente in base alle condizioni (ed i vincoli e i limiti) delle disponibilità alimentari, idriche, climatiche, allo sviluppo ed alla disponibilità delle tecnologie e delle tecniche produttive, alle modificazioni ambientali indotte direttamente o indirettamente dall'Uomo. 

L’Uomo deve rendersi conto che occupa nel Creato uno spazio infinitamente piccolo e che nessuna delle sue invenzioni estetiche può competere con un minerale, un insetto o un fiore.

Un uccello, uno scarabeo o una farfalla meritano la stessa fervida attenzione di un quadro di Tiziano o del Tintoretto,

ma noi abbiamo dimenticato come guardare.
(Claude Lévi-Strauss)

L'Ecologia culturale è lo studio degli adattamenti umani agli ambienti sociali e fisici.

L'adattamento umano si riferisce sia ai processi biologici che a quelli culturali,  che consentono ad una popolazione di sopravvivere e riprodursi in un determinato, o mutevole,  ambiente.

L'Ecologia culturale è una sub-disciplina dell'Antropologia, ed inizia a svilupparsi nella seconda metà del secolo scorso per gli studi e le ricerche dell'antropologo Julian Steward, che immaginava l'ecologia culturale come una metodologia utile a capire come gli esseri umani si adattino a una  grande varietà di ambienti: nella sua teoria, l'ecologia culturale rappresenta "i modi in cui il cambiamento culturale è indotto dall'adattamento all'ambiente". Un punto fondamentale della sua teoria consiste nel fatto che qualsiasi particolare adattamento umano è in parte ereditato storicamente ed è influenzato dalle nuove tecnologie, dalle pratiche e dalle nuove conoscenze che consentono alle persone di vivere in un ambiente: ciò significa che mentre l'ambiente influenza il carattere dell'adattamento umano, tuttavia non lo determina.   

Dopo 50 anni, l'ecologia culturale prende forma in una teoria generale che considera l' ecologia come un paradigma non solo per le scienze naturali e umane , ma anche per gli studi culturali.  Con Peter Finke (nel suo Die Ökologie des Wissens\Ecologia della Conoscenza, 2005) si spiega che questa teoria riunisce le diverse culture della Conoscenza che si sono evolute nella storia e che sono state separate in discipline sempre più specializzate e subdisciplinate nell'evoluzione della scienza moderna. 

In questa prospettiva, l'ecologia culturale considera la sfera della cultura umana non separata, ma interdipendente e trasfusa da processi ecologici e cicli energetici naturali. Allo stesso tempo, riconosce la relativa indipendenza e le dinamiche auto-riflessive dei processi culturali.

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La differenza tra evoluzione culturale e evoluzione naturale è sempre più riconosciuta dagli ecologisti culturali. Ancora Finke afferma che "piuttosto che le leggi genetiche, l'informazione e la comunicazione sono diventate le principali forze trainanti dell'evoluzione culturale"; tuttavia, sebbene le leggi deterministiche causali non si applicano alla Cultura in senso stretto, si può affermare che esistono analogie produttive che possono essere tracciate tra i processi ecologici e quelli culturali 

Gregory Bateson è stato il primo a disegnare simili analogie nel suo trattato 'Ecologia della mente' (1973),  dove traccia un’immagine olistica ed ecologica dell’Uomo e del suo funzionamento mentale, descrivendo un ponte che collega il Comportamento umano alla Natura, introducendo la visione olistica del rapporto tra organismo e ambiente e l'approccio trans-disciplinare nella ricerca ecologico\culturale.

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L'Ecologia culturale, dunque, indaga sui modi in cui le Società si formano in risposta alla geografia, alle risorse energetiche e agli altri fattori dell'ambiente (la natura); a riguardo si evidenziano gli studi degli antropologi Marvin Harris e Leslie White e del geografo Jared Diamond, che hanno esaminato in dettaglio come alcune Culture (Società) si sono trasformate (o collassate) in funzione dell'Ambiente.  

Come accadde 10.000 anni fa con la rivoluzione agricola, negli ultimi due secoli, da quando le società sono venute a basare le loro economie sull'uso dei combustibili fossili, un cambiamento profondo si è verificato nella Storia dell'Umanità, oggi, il tempo in cui l'era del combustibile fossile comincia il suo declino, si devono prevedere cambiamenti nelle fondamenta sociali, intellettuali, politiche e religiose della Società post-moderna.

     

Economia circolare, un’opportunità che vale 1.800 miliardi di euro in Europa

L’ adozione di modelli di economia circolare consentirebbe al continente europeo di ottenere importanti benefici non solo dal punto di vista ambientale e sociale, ma anche economico. È quanto emerge dallo studio "Growth within: a circular economy vision for a competitive Europe" realizzato dal McKinsey Center for Business and Environment in collaborazione con Ellen MacArthur Foundation e SUN (Stiftungsfonds für Umweltökonomie und Nachhaltigkeit), che evidenzia come la produttività delle risorse in Europa possa aumentare fino al 3% ogni anno qualora venga adottato un sistema circolare facilitato dalle nuove tecnologie e dai nuovi materiali.
Questo modello – che pone al centro la sostenibilità del sistema, in cui non ci sono prodotti di scarto e in cui le risorse vengono costantemente riutilizzate – genererebbe per le economie del continente un risparmio in termini di costi di produzione e utilizzo delle risorse di base pari a 1.800 miliardi di euro all’anno entro il 2030, che si tradurrebbe in una crescita del PIL fino a 7 punti percentuali e in più alti livelli di occupazione. 
[...] A beneficiarne saranno anche l’ambiente (si stima una riduzione del 48% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030 rispetto ai livelli del 2012) e la competitività delle aziende. Oggi i materiali e componenti rappresentano tra il 40 e il 60% dei costi complessivi delle aziende manifatturiere in Europa e questo spesso si traduce in uno svantaggio competitivo in termini di efficienza. 

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